L’ uomo venuto dal Futuro

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Io vengo dall anno 2036… Le basi scientifiche per i viaggi nel tempo verranno gettate entro un anno… Nei laboratori scientifici di Ginevra e si completeranno nel 2034 con la costruzione della prima macchina del tempo

“Salve. Sono un viaggiatore temporale proveniente dall’anno 2036. Sto tornando a casa dopo aver recuperato un computer IBM 5100 dal 1975.” Con questa frase un uomo di nome John Titor si presentò in un forum su Internet, col nickname “Time Traveller”, il giorno 2 novembre 2000.
Ovviamente nessuno volle credergli ritenendo le sue parole semplicemente i deliri di un folle.
I post che John Titor inviò successivamente, le discussioni che sostenne e le risposte alle domande che gli furono poste, fecero cambiare idea a molti i quali finirono per credere a quanto l’uomo affermava.
La storia di John Titor, come spesso accade per argomenti del genere, affascina molto sia perché fa un certo effetto parlare con qualcuno proveniente dal futuro di cose ancora da venire, sia perché le implicazioni scientifiche hanno un sapore quasi fantascientifico e fanno sognare.
Comunque sia, che quest’uomo sia un pazzo o un autentico viaggiatore temporale, i suoi interventi hanno spaccato in due gruppi tutti coloro che si sono imbattuti nei suoi scritti, vediamo perché.
Innanzitutto, vediamo di conoscere meglio John Titor ed i motivi del suo viaggio.
Il suo nome, tanto per cominciare, non è uno pseudonimo ma il suo nome reale.
Il sedicente viaggiatore del tempo afferma di essere originario di Tampa, in Florida, dove è nato nel 1998, tuttavia non risulta che nessun Titor abitasse a Tampa nel 1998.
Oltre a questo, John, ci dice di aver combattuto come “partigiano” (di questo ne parleremo più avanti) all’età di 13-14 anni, dunque nel 2011.
Nel 2029 è entrato in un programma militare sponsorizzato; nel 2033-2034 si è laureato ma non fa esplicitamente riferimento al suo corso di laurea, ma John dice che il suo background è storico dunque, anche per il suo lavoro, possiamo ipotizzare si sia laureato in storia.
Di sicuro, come dice lui stesso, possiamo escludere sia laureato in fisica o sia un tecnico di computer.
Dopo aver raggiunto un grado nella gerarchia militare paragonabile a quello di Maggiore, Titor entra a far parte del programma militare per il viaggio nel tempo. Il suo livello di preparazione gli consente soltanto viaggi nel passato, per il momento. Il programma che lo ha portato nella nostra epoca è uno dei primi.
Parlando dei motivi del suo viaggio temporale, Titor spiega di aver ricevuto ordine dai suoi superiori di recarsi negli anni ’70 per recuperare un computer portatile IBM modello 5100: questo modello di computer avrebbe posseduto alcune caratteristiche assai particolari che non furono rese note al suo tempo dalla casa costruttrice. Tali caratteristiche, in seguito, furono rimosse e non comparvero in nessun altro modello di computer. Le nascoste proprietà della macchina risiederebbero, per Titor, nella capacità di tradurre i linguaggi UNIX, APL e BASIC tra loro. L’UNIX, nel 2038, andrà incontro ad un bug che renderà inutilizzabile una parte di macchinari ancora basati sulla vecchia tecnologia IBM.
Pur essendoci ben altri sette viaggiatori temporali, per questa missione la scelta è caduta su di lui per il legame di parentela che lo lega con qualcuno di molto importante nello sviluppo dell’IBM 5100.
Nel 1975 John ha avuto modo di incontrare suo nonno, al quale si è rivelato per quello che era. Completata la missione, John ha deciso di fare una capatina nel 2000 e questo sia per far visita alla sua famiglia, compreso il sé stesso bambino, sia per assistere agli effetti del Millennium Bug.
John, ovviamente, rivela la propria identità anche ai suoi genitori che lo accolgono “con sollievo e paura”.
Nel novembre dello stesso anno l’uomo si presenta come viaggiatore temporale nel suddetto forum in Internet, avviando una lunga discussione sul futuro, la teologia e la fisica che lo terrà occupato per quattro mesi circa e che lo porterà ad interagire con centinaia di utenti curiosi.
Nella primavera del 2001, sfruttando un momento fisicamente propizio, fa ritorno a casa nell’anno 2036.
Ovviamente tra le domande più ricorrenti formulate a Titor, durante le sue interminabili conversazioni, ci sono quelle poste allo scopo di avere conferma o meno circa quanto andava affermando, domande riguardanti particolari circa fatti od avvenimenti recenti che, ovviamente, un uomo del futuro non può non conoscere come, ad esempio, chi vincerà il campionato di baseball il prossimo anno o quale sarà il valore di mercato dell’oro per i prossimi mesi.
Titor, però, ha sempre evitato di rispondere a domande di questo genere, giustificandosi dicendo di non ricordarsi, di non saperlo o, semplicemente, considerando la domanda inutile e che nessuno è in grado di ricordare, dice, che tempo abbia fatto il 28 maggio 1983.
Al contrario, Titor rispose molto volentieri alle domande riguardanti il futuro del mondo e il futuro che prospetta non è affatto tra i più rosei.
Tra la fine del 2004 ed il 2005, dice Titor, negli Stati Uniti cominceranno disordini civili.
La causa scatenante, a differenza di quanto si possa pensare, non è il contrasto ideologico- religioso tra Cristiani e Islamici ma, piuttosto, un contrasto politico interno al paese.
Negli USA si avrà un notevole incremento del controllo statale, mediante la polizia e gli apparati di ordine pubblico, sulla popolazione e contemporaneamente, verranno soppresse alcune libertà costituzionali fondamentali. Per intenderci, lo stato si “fascistizzerà” e finirà per assomigliare alla Germania nazista degli anni ’30 del ‘900.
Questo avverrà soprattutto nelle grandi città e metropoli e dunque, per evitare di essere vittime di questa situazione e di vedersi negare i propri diritti, molti finiranno per abbandonare i grandi centri per la periferia trasferendosi nelle campagne, come fece la famiglia dello stesso John Titor.
In seguito, nello stesso 2005, tra le città e le campagne si scatenerà una guerra civile che durerà fino al 2008 quando tutti negli U.S.A. “comprenderanno che il mondo in cui pensavano di vivere è finito”.
Le forze a scontrarsi saranno da una parte, per le città, l’esercito regolare e la polizia e dall’altra parte, per le campagne, la “milizia rurale” guidata da un contadino-generale di cui Titor ci descrive anche la statua a lui dedicata nella nuova capitale. Lo stesso Titor, tredicenne, ne farà parte in qualità di “fuciliere” della “ Fighting Diamondbacks”.
Il presidente del 2005, di cui Titor non cita il nome, “proverà ad essere il nuovo Lincoln cercando di tenere uniti gli stati, ma le loro polizie negheranno alcuni punti della Carta dei Diritti”.
Nel 2009 si insedierà un nuovo presidente che, però, non cercherà di fare nulla per rimediare alla situazione di crisi. Nel resto del mondo andranno acutizzandosi i problemi in Medio Oriente, soprattutto a causa dell’instabilità occidentale, l’Israele sarà attaccato dai paesi islamici (il riferimento è soprattutto da intendere nel senso di attacchi kamikaze); a sua volta Israele, supportato militarmente dai paesi occidentali, risponderà all’offensiva.
La guerra, dice Titor, sarà condotta utilizzando armi nucleari e di distruzione di massa. In Estremo Oriente la Cina, sfruttando l’instabilità politica mondiale, “annetterà forzatamente” Corea, Taiwan e Giappone.
La situazione collasserà definitivamente nel 2015 quando la Russia, per “rimettere in ordine le cose”, bombarderà Europa, Australia, Cina e Stati Uniti e soprattutto le grandi città,i veri epicentri della guerra civile, sarà, questa la Terza Guerra Mondiale che causerà 3 miliardi di morti.
Titor non dice precisamente, per motivi “etici”, quando il bombardamento avrà inizio ma, tuttavia, si lascia sfuggire la data del 12 marzo 2015 ore 3.45, ora di Washington DC. Il fatto che a venire colpite siano soprattutto le città assicura, ovviamente, la vittoria alle campagne.
Tutto questo porterà il mondo in una sorta di “inverno nucleare”, anche se non così catastrofico come tutti lo immaginiamo.
Il mondo post-atomico presentato da Titor, per utilizzare dei riferimenti al mondo della fantascienza e non, è un miscuglio di “Mad Max”, “1984” ed “La casa nella prateria” e la società sarà decentralizzata nelle campagne, sarà più provinciale e tranquilla e contemporaneamente tecnologica, anche se in maniera inferiore ad ora.
Le radiazioni e alcuni effetti degli impulsi elettromagnetici generati dalle armi nucleari renderanno inutilizzabili taluni macchinari e per questo, nel 2036, ci sarà ancora chi userà macchine da scrivere, biciclette e vecchie stufe a legna. Il lavoro manuale sarà molto praticato, essendo venute meno le grandi distribuzioni e la possibilità di commerciare molto al di fuori della propria realtà territoriale. La maggior parte dei territori colpiti dagli ordigni sarà radioattiva per cui sarà necessario, per esempio, depurare l’acqua con un particolare procedimento prima di berla. A tutti sarà richiesto un addestramento militare ed un’ottima conoscenza delle armi da fuoco, questo per l’autodifesa e la sopravvivenza.
Il fabbisogno giornaliero delle famiglie sarà prodotto direttamente con la coltivazione e l’allevamento. Le comunicazioni, anche a causa di una certa diffidenza che si instaurerà tra le persone (“Ognuno tira l’acqua al proprio mulino”), avverranno soprattutto con la Rete che diverrà più potente, veloce, l’unico sistema per la comunicazione, lo svago e lo studio.
Diverranno più rapidi i trasporti, soprattutto via binario, anche se la possibilità di usufruirne non sarà più vasta come adesso, migliorerà la tecnologia applicata alla medicina (l’AIDS sarà sconfitto, gli studi sul cancro avanzeranno ma si diffonderà maggiormente la Sindrome della Mucca Pazza) ed alla manipolazione genetica e riprenderanno i viaggi spaziali.
Sarà permessa la manipolazione spermatica e delle cellule-uovo poiché sarà molto difficile procreare. Ci sarà vicino a questo parziale sviluppo tecnologico una crescita della religiosità, dovuta sia all’educazione “campagnola” e sia all’interpretazione delle Sacre Scritture: la fine del mondo profetizzata da San Giovanni, per esempio, si crederà si sia concretizzata nella guerra appena conclusasi.
Il Cristianesimo si sfalderà e suddividerà in moltissimi sottogruppi religiosi ma in compenso la tolleranza ed il dialogo aumenteranno.
Titor non dà molte informazioni circa la situazione mondiale in seguito all’N-Day, il Nukes-Day, il Giorno delle Armi Nucleari. In generale il Nuovo Ordine Globale sarà un miscuglio del sistema federale statunitense, del sistema europeo e di quello oceanico. Titor ci dà qualche notizia riguardo l’Europa (“L’Europa è un casino”), l’Australia (“Riuscirà a respingere un’invasione cinese e, a parte un rapporto commerciale con gli USA, rimarrà isolata dal resto del mondo”), il Sud America (“E’ ancora parzialmente armato; ci sono ancora molti conflitti interni”), il Canada (“I canadesi sono tra le persone più efficienti, spietate e pericolose che io conosca. Dio aiuti il Quebec”).
Riguardo la società nordamericana, di cui Titor parla maggiormente interessandolo in prima persona, sappiamo che subirà alcuni cambiamenti: la capitale non sarà più a Washington ma ad Omaha, nello stato del Nebraska. Gli Stati Uniti saranno divisi in cinque aree, determinate dalla quantità e qualità delle loro risorse difensive ed economiche. Molti americani incolperanno le strutture politiche contemporanee della guerra e così nel 2020 si organizzerà una nuova Costituente. Le proposte, però, e le discussioni del Congresso Costituente non porteranno a nulla così la futura nuova Costituzione non sarà molto diversa da quella attuale.
Il presidente non sarà più unico ma il suo potere sarà suddiviso e posseduto da cinque rappresentanti popolari scelti tramite elezione. Le decisioni non giungeranno più dall’alto, ma, al contrario, arriveranno direttamente dai senati statali. Il bipartitismo, che opponeva Repubblicani a Democratici finirà e nasceranno oltre dieci piccoli partiti, ovviamente negli USA.
Parliamo adesso della parte più interessante e cioè il procedimento per il viaggio nel tempo e la struttura dei “mondi” visitabili. L’esposizione di questi argomenti è abbastanza difficile data l’estrema complessità dei campi della fisica che vengono toccati ma, tuttavia, cercherò di tracciare almeno le linee generali.
Entro 18 mesi circa, racconta Titor, il CERN intraprenderà a Ginevra alcuni studi sui campi elettromagnetici e gravitazionali riguardanti anche i buchi neri, esperimenti condotti per valutare la possibilità di velocizzare i trasporti.
Durante alcuni di questi esperimenti gli scienziati creeranno per caso un piccolo buco nero. A differenza di quanto si possa pensare, questo piccolo black hole non assorbirà tutta la materia nelle sue vicinanze (in questo caso l’intero Sistema Solare) ma, al contrario, gli scienziati del CERN utilizzando un campo elettromagnetico (ricordiamo che presso il Centro c’è il più grande acceleratore di particelle del mondo) riusciranno a contenerne le dimensioni e, con il tempo, a creare buchi neri volontariamente e anche di dimensioni più ampie.
L’affascinante teoria delle “stringhe”, che John Titor ci conferma essere esatta, sostiene che viaggiando all’interno di un buco nero si possa tornare indietro nel tempo. Questo perché il black hole è caratterizzato principalmente da un campo gravitazionale pressoché infinito, tanto da poter attrarre anche la luce (questo spiega anche perché sia nero) e proprio per questa sua caratteristica il buco nero sarebbe in grado di deformare la struttura stessa del tessuto dello spazio e del tempo. Sempre secondo questa teoria, ad ogni buco nero corrisponde un opposto “buco bianco”, una sorta di via d’uscita del buco nero. L’esistenza di questo altro ente fisico è ipotizzata anche in ottemperanza della legge secondo cui “nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma”.
Cosa accade alla materia, alla luce, all’energia che viene risucchiata nel buco nero? E’ possibile che sia espulsa dopo un viaggio di cui si ignorano le tappe attraverso un buco bianco e in base a questa teoria, sfruttando le conoscenze sui campi gravitazionali che gli scienziati otterranno dallo studio di questi “mini buchi neri”, la società statunitense della General Electric progetterà e realizzerà alcune unità che permetteranno il viaggio nel tempo.
Ovviamente, questa tecnologia non sarà alla portata di tutti ma sarà un’esclusiva dei militari e specialmente, ovvio, di quelli statunitensi. Da qui in poi comincerà l’avventura umana in quelle che sono, è il caso di affermarlo, le nebbie del tempo.
Parlando a questo punto del viaggio in senso stretto, Titor ci spiega il funzionamento del suo macchinario modello C204.
Come vedremo analizzando le foto da lui stesso pubblicate in Rete, esso non è una “macchina del tempo” classica, per intenderci non come quella immaginata da H.G. Wells nel suo romanzo o come quella che si vede nei film della serie “Ritorno al futuro” ma si tratta, piuttosto, di un macchinario e anche piuttosto ingombrante che necessita proprio di un veicolo per poter funzionare (Titor ha utilizzato una Corvette del ’66 e, successivamente, un camion “Chevy Truck”).
Il funzionamento della macchina del tempo è molto simile a quello che permetterebbe il viaggio nel tempo attraverso i buchi neri. L’apparecchio in pratica distorce il campo gravitazionale esterno al veicolo, lo fa contrarre e lo concentra in un solo punto. In breve, è come se ricreasse quelle che sono le caratteristiche di un buco nero che permetterebbe il viaggio nel tempo. Tuttavia, sussistono dei problemi.
Innanzitutto la posizione della Terra nello spazio non rimane invariata al passare del tempo ruotando la terra intorno al Sole e ruotando tutto il Sistema Solare insieme alla via Lattea.
Dunque, per ipotesi, se ci spostassimo indietro nel tempo, al nostro arrivo ci ritroveremmo nello stesso punto dell’universo dal quale saremmo partiti, ossia nel vuoto cosmico. Per ovviare a questo problema Titor spiega come il suo macchinario sia dotato di metaforici “paletti” che “piantati a terra”, tramite alcuni parametri molto complessi, garantiscono che il punto di arrivo del viaggiatore sia lo stesso della partenza evitando che lo sventurato si ritrovi a galleggiare nello spazio.
Un altro problema della macchina del tempo di Titor è il suo range, cioè raggio d’azione, che non permette, ci dice il viaggiatore nel tempo, di compiere viaggi più indietro o più avanti di 60 anni. Quindi, per fare un esempio, dal 2004 non potremmo viaggiare più indietro del 1944 o più avanti del 2064.
Una soluzione a questo complesso problema sarebbe compiere “salti” di sessant’anni in sessant’anni, ma questo stratagemma non è attuabile. Il motivo di questa limitazione nei viaggi è dovuto alla limitata tecnologia della macchina.
La “meta” del viaggio viene individuata, nel continuum temporale, grazie a coordinate che si riferiscono al campo gravitazionale. Tali riferimenti diventano tanto più imprecisi quanto più ci si allontana dal punto di origine (per noi il 2004, per Titor il 2036). Quindi aumentare l’ampiezza dei salti è possibile, ma sconsigliabile, in quanto si potrebbe finire ovunque nel tempo. Questa, sicuramente con qualche imprecisione, fu la spiegazione fornita da Titor del funzionamento della sua macchina del tempo.
La prima obiezione che può venire in mente, parlando di viaggi temporali, è una cosa di questo tipo: “Ma se io viaggio indietro nel tempo ed uccido mio padre prima che mi concepisca, io sparisco all’istante?” E’ una delle domande che più frequentemente sono state poste a John Titor.
La risposta è stata sempre la stessa: no. Titor spiega come questo non sia possibile tirando in ballo le worldlines, parola che potremmo tradurre come “linee temporali”, o, più precisamente, “linee di realtà”. Titor spiega che l’evolversi della realtà è determinato dalle scelte.
Facciamo un esempio pratico, per salire a casa mia al quinto piano ho due scelte: a) fare le scale o b) usare l’ascensore. La prima scelta, in un particolare giorno della mia vita, mi fa arrivare sano e salvo; la seconda causa la mia morte perché quel giorno l’ascensore ha un guasto, precipita e si schianta al suolo. A seconda della scelta da me effettuata a questo bivio io continuo a vivere o no. La mia scelta ha determinato una biforcazione temporale che ha generato due worldlines, due realtà temporali abbastanza differenti: una in cui sono ancora vivo e una in cui sono morto. E’ un discorso che somiglia parecchio a quello degli universi paralleli.
Il viaggio nel tempo, spiega Titor, soprattutto quello a ritroso non può determinare cambiamenti nella linea del tempo del viaggiatore, qualunque cosa faccia, in quanto essa è ormai fissata e stabilita, determinata da scelte già compiute. Questo spiega il perché egli si riveli: la sua realtà ormai è decisa, egli non è tornato indietro nel tempo per cambiare il suo futuro avvertendoci dei fatti a venire in modo che noi possiamo evitarli. Egli non può cambiare il suo presente, ma noi possiamo cambiare il nostro futuro. E’ questo il motivo per cui Titor non intende svelare nulla riguardo i fatti inevitabili (terremoti, inondazioni o disastri di ogni genere) che avverranno. Le sue rivelazioni potrebbero far evitare, a chi le legge, di andare incontro al proprio destino magari tragico.
Ovviamente questa visione della struttura fisica della realtà ha molte conseguenze, soprattutto a livello religioso: c’è un Dio solo o uno per ogni worldline? La risposta, chiaramente, non è certa ne tanto meno univoca.
Titor, però, ci dà la sua risposta: ogni realtà, ogni linea temporale, tutto fa parte di un unico sistema, di un’unica Creazione voluta da un unico Dio, da un’unica entità generatrice. Ovviamente affermazioni come quelle di John Titor, sedicente viaggiatore nel tempo, devono essere prese con la necessaria cautela. Tuttavia, a favore di Titor giocano alcuni elementi assai rilevanti:
John Titor, abbiamo notato, ha descritto in maniera piuttosto dettagliata le scoperte che saranno compiute dal CERN e le applicazioni che da queste deriveranno. Alla fine del 2001, dunque a circa un anno di distanza dalle affermazioni di Titor, come lui stesso ha preannunciato il CERN ha confermato ufficialmente la possibilità di creare artificialmente mini buchi neri.
Titor ha spiegato che il computer portatile IBM 5100 era dotato di certe particolari caratteristiche, rimaste nascoste alla totalità degli utilizzatori e numerosi ingegneri IBM hanno confermato questa affermazione.
Tra le sue “profezie” Titor ha parlato dell’Iraq affermando come Saddam Hussein non possedesse alcuna arma di distruzione di massa e di come, nonostante questo, una guerra venisse scatenata con lo scopo ufficiale di rimuovere tali armi (queste le sue parole: “Sareste più sorpresi di sapere che l’Iraq ha armi nucleari o che si tratta solo di un pretesto per convincere tutti riguardo la prossima guerra?”).
Titor ha presentato una notevole conoscenza di molti importanti campi della fisica, esponendo con parecchia proprietà e sicurezza argomenti assai complessi. Anche se Titor fosse un imbroglione, gli andrebbero comunque fatti i complimenti per la sua preparazione.
Tirando le somme, che John Titor sia o meno un vero viaggiatore temporale, la lezione che ci ha impartito è stata utilissima e grande. Adesso soltanto gli eventi futuri ci confermeranno la veridicità delle sue rivelazioni.
Concludo dicendo, come diceva Catone, “Homo faber fortunae suae” e cioè “L’uomo è il fautore del proprio destino”.

Luigi M.C. Urso

Scritto da Angelo Tricarico

Appassionato di informatica sin da quando ero piccolo. Attratto da tutto ciò che è alimentato ad elettricità. Sviluppatore di giochi, applicazioni, software e siti web. Attualmente ricopro il ruolo di analista IT per un'importante società italiana.