Il copyright ostacolerà il futuro della stampa 3D?

Mentre tutti si preparano alla nuova era della stampa 3D, una delle figure meno apprezzate del diritto brevettuale torna a creare problemi. Nathan Myhrvold, ex CTO di Microsoft e fondatore di Intellectual Ventures – azienda che detiene diversi brevetti, ha ottenuto un nuovo brevetto: questa volta sulla stampa DRM 3D. La rivoluzione del 3D printing si fa quindi più complicata.

Il sistema previsto da Myhrvold impedisce agli utenti di stampanti 3D di abusare del “diritto di produzione degli oggetti”. L’idea è che quando si carica un file digitale nel computer, prima di poter avviare la stampa, bisognerebbe ricevere l’approvazione da un server remoto, che controlla la nostra autorizzazione a “stampare” l’oggetto.  Somiglia un po’ a quello che successe con Napster e i file musicali.

La legge sul copyright è molto complicata e non è tradizionalmente applicabile agli oggetti. Tuttavia, un nuovo dispositivo, un’invenzione o un design possono essere brevettati. Ed è su questo che Intellectual Ventures (IV) fonda la sua ricchezza. L’azienda acquista i brevetti di diverse tecnologie e invenzioni, poi fa causa a quelli che li violano. È per questo che molti la definiscono “patent troll” (troll dei brevetti).

Magari vi starete chiedendo: come farebbe la polizia a scoprire che la stampante sta violando i copyright? Innanzitutto si vede l’associazione tra stampanti e servizi di P2P. Le aziende che vendono le stampanti saranno trattate come succede oggi con quelle produttrici di software P2p, spesso finite in tribunale.

Quello che preoccupa è la possibilità di “stampare” armi. Magari le armi da fuoco restano ancora fuori dalla portata di queste stampanti. Ma armi più semplici (come i tirapugni o pugnali) cominciano a preoccupare quei governi in cui la loro produzione è illegale. Per questo motivo si tende di utilizzare il copyright per ovviare a problemi ben più gravi.

Certo, ai produttori/venditori di stampanti 3D non saranno fatte restrizioni dirette, ma la gran quantità di azioni legali che ci si attende potranno essere un disincentivo alla vendita di questi prodotti.

Il fatto è che procedure algoritmiche automatizzate per il controllo della violazione di copyright si sono dimostrate più volte fallimentari. Esse vanno ad ostacolare nella maggior parte dei casi gli utenti medi, mentre i veri responsabili di violazione riusciranno comunque ad evitare i controlli. Il DRM non può effettivamente risolvere tutti i problemi, ma è probabile che sia una parte integrante nella futura stampa 3D.

Scritto da niknikolas94